Il 16% delle società mondiali ha obiettivi strategici in linea con gli Accordi di Parigi; le migliori hanno fissato target stringenti nel piano industriale o nello statuto

Sul sito del quotidiano Il Sole 24 Ore troviamo un articolo a firma di Chiara Bussi che spiega come tutti gli attori economici dovranno fare la loro parte per contenere la temperatura media entro 1,5° come previsto dall’Accordo di Parigi del 2015 affinché le emissioni di carbonio raggiungano il livello zero entro il 2050. «Uno sforzo ribadito anche dall’Unione europea con il Green Deal e la strategia “Fit for 55” che punta a ridurre le emissioni di almeno il 55%, appunto, entro il 2030 rispetto al 1990 e ad azzerarle entro metà secolo. Tutti gli attori economici dovranno fare la loro parte, con le imprese in prima fila che da un lato fanno fronte comune verso i nuovi obiettivi e dall’altro stanno iniziando a scriverli nero su bianco rendendoli sempre più stringenti. Riusciranno ad arrivare al traguardo? La sfida è ambiziosa e non sarà certo un percorso netto». Le aziende della Climate Ambition Alliance, cono più di mille, sotto l’egida dell’Onu che riunisce in tutto più di 2mila soggetti. Poi sono nate associazioni, in particolare nel settore finanziario, per ribadire l’impegno verso il net zero. Qualcosa dunque si muove e «circa il 9% tra le mille principali società quotate europee ha ridotto le emissioni nell’ultimo decennio» ma servirà comunque «un cambio di passo nell’innovazione tecnologica e nella collaborazione tra settori per arrivare al traguardo». Proprio per invertire la rotta «il mese scorso è stata annunciata CO2alizione Italia, a cui hanno aderito oltre 60 aziende del nostro Paese che hanno modificato il proprio statuto inserendo il principio della neutralità climatica».

L’articolo si trova a questo link:

https://www.ilsole24ore.com/art/le-imprese-marcia-la-neutralita-climatica-AEdaFplB